Il Direttore del Teatro Coccia e Direttore artistico del Premio parla delle competenze manageriali come presupposto fondamentale per iniziative culturali simili: “Sinergia e organizzazione delle risorse umane. Importante valorizzare il Know How interno” Novara, 29 febbraio 2024. Una giuria di livello internazionale, giovani direttori d’orchestra provenienti da tutto il mondo, partner pubblici e privati a sostenere l’iniziativa. Ma soprattutto, due obiettivi: divulgare il patrimonio musicale e promuovere nuovi talenti nel mondo. Sono questi gli elementi che animano la XIII edizione del Premio Internazionale di Direzione d’Orchestra “Guido Cantelli”, presentato a Novara e promosso dal Teatro Coccia, al quale in tanti, esperti del settore, hanno tributato il merito di aver riportato in vita un’istituzione storica. «È un obiettivo che abbiamo raggiunto già nel 2020 con l’undicesima edizione lanciata a quarant’anni dall’ultima – spiega Corinne Baroni, Direttore del Teatro e Direttore artistico del Premio – Nonostante il difficile periodo del Covid, siamo riusciti a organizzarne un’altra nel 2022. Oggi siamo pronti per un’edizione che certifica definitivamente la rinascita di un Premio che ha fatto la storia della musica nel secondo Novecento». Una storia dimostrata dagli stessi vincitori del Cantelli. Riccardo Muti, Eliahu Inbal, Àdàm Fischer, Donato Renzetti. Sono questi alcuni dei direttori d’orchestra premiati, che ancora oggi dirigono nei teatri più importanti al mondo. «Parliamo di un’eredità che andava assolutamente recuperata – prosegue la Baroni – Non si può pensare di promuovere talenti e divulgare la cultura musicale senza ricucire il filo con la tradizione». Un filo che il tempo e soprattutto le difficoltà economiche avevano spezzato. Com’è stato possibile allora riportare in vita un Premio dopo quarant’anni? «È una delle prime richieste che ho ricevuto da Direttore del Teatro Coccia – risponde la Baroni – Guido Cantelli è nato a Novara. Parliamo di uno dei più grandi direttori d’orchestra del Novecento. Far ripartire il Premio è stato innanzitutto un doveroso omaggio alla città e alla sua storia. Allargando il discorso, il Cantelli è una delle occasioni più importanti per raccontare del primato che l’Italia vanta in termini culturali e musicali. Per far questo, però, le competenze manageriali rappresentano un presupposto fondamentale». Diversamente, infatti, sarebbe stato difficile presentare al pubblico un Premio che vede in giuria rappresentanti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, della Chicago Symphony Orchestra, della Hungarian Radio Symphony Orchestra. Presenze che comportano, fra le altre necessità organizzative, impegni di spesa non indifferenti e che spesso si rivelano proibitivi per le stesse iniziative di settore. «È la ragione per la quale molte realtà non riescono a sopravvivere. E qui torna l’importanza delle competenze manageriali. Per l’organizzazione dei Premi, ad esempio, in molti casi i promotori si rivolgono a manager esterni, i quali rappresentano una voce di spesa di per sé difficile da sostenere. Nel caso del Cantelli, invece, ho avuto la possibilità di impegnarmi in prima persona, valorizzando il Know How delle competenze interne alla nostra realtà. Questo ha rappresentato una sfida in termini di organizzazione delle risorse umane, una sfida che però è diventata per tutti un’occasione di crescita professionale». Questo lo spirito alla base di un evento internazionale che ha appena riaperto le sue porte ai giovani talenti di tutto il mondo. Un evento che, dopo le selezioni, vedrà protagonisti quattro finalisti che si sfideranno il 6 ottobre in un concerto finale sul podio del Teatro Coccia con l’Orchestra Sinfonica di Milano. Contatti: www.fondazioneteatrococcia.it/premio-cantelli